La Lugana vino dalle molte sfumature

Le temperature settembrine milanesi, ben più morbide della calura opprimente del vicino agosto ma ancora lontane dai grigiori autunnali, invogliano a scoprirsi e a scoprire. In questa occasione, siamo andati incontro ad una riscoperta, partecipando alla Masterclass Armonie senza tempo, tenuta dal Consorzio Tutela Lugana DOC

Bicchieri vuoto degustazione Lugana

per raccontare al pubblico gli aspetti meno conosciuti di un vino che è spesso un sottovalutato protagonista delle nostre tavole. 

Come suggerisce il titolo, che ripercorre le parole stesse usate durante la presentazione, la Lugana è in grado di dare grandi soddisfazioni sia bevuto in giovinezza che degustato dopo un periodo di maturazione e affinamento.

Scorcio vigneti Lugana

La sua versatilità è solo in parte giustificata dall’estensione: 2.500 ettari vitati, 260 viticoltori, 5 comuni, 2 regioni. La DOC si sviluppa a cavallo delle provincie di Brescia e Verona lungo un territorio forgiato dell’azione dell’antico ghiacciaio che dalle Alpi scendeva a coprire l’attuale estensione lacustre, una piana di origine morenica a sud del lago di Garda, racchiusa tra i comuni di Sirmione, Pozzolengo, Desenzano, Lonato e Peschiera del Garda

L’area dell’antichissima Selva Lucana, poi diventata appunto ‘Lugana’, bonificata nel Quattrocento dalla Serenissima, beneficia di un suolo composto in maggioranza da argille bianche e calcari, capaci di regalare alle uve che qui si coltivano una sapidità e una eleganza straordinarie. 

Grappolo uva Turbiana

Il vitigno, la Turbiana, parente prossimo ma espressione unica del Trebbiano di Soave, conferisce al vino le note che in gioventù si esprimono nella nettezza gustativa e con il passare del tempo in sentori evoluti che rimandano agli idrocarburi, al balsamico. Corpo e calore, acidità e sapidità nell’ossatura strutturale del vino; profumi vigorosi, netti, tra la mandorla e l’agrume.

Esistono ben cinque declinazioni di vinificazione in purezza: la versione spumantizzata, sia metodo classico che Charmat, quella classica (la più prodotta), le versioni Superiore e Riserva ed infine la Vendemmia Tardiva.

La versione Classica si consuma giovane, presenta connotazioni immediate: colore giallo paglierino tenue dai riflessi verdognoli, profumi delicati dalle sensazioni floreali miste a note di mandorla.

La Superiore, invecchiamento minimo di 12 mesi dalla vendemmia, presenta un profilo variegato e complesso a partire dal colore dai riflessi dorati i profumi dai sentori di erbe di campo, mela matura, agrume.

La Riserva, che per essere tale affronta un minimo di 24 mesi di affinamento di cui almeno 6 in bottiglia, presenta toni cromatici più accesi, profumi più evoluti e complessi, con note balsamiche e affumicate. È calda al palato, sapida e persistente.

Tra le versioni spumantizzate, quella Charmat si distingue il perlage cremoso, semplicità e freschezza, accompagnata da profumi agrumati; dal bouquet più elegante e dal perlage aggraziato e croccante si rivela invece il metodo classico.

Infine, la Vendemmia Tardiva è una novità: lontana dalla dolcezza del passito tradizionale, è ottenuta da una surmaturazione in pianta delle uve raccolte tardivamente a fine ottobre.

In comune a tutte queste declinazioni restano sapidità ed acidità caratteristiche della Lugana, che la rendono adatta ad abbinamenti culinari a base di pesce, particolarmente indicato quello di lago, e crostacei. Fra i primi piatti, l’abbinamento è felice anche con ricette a base di pasta che prevedono formaggi al loro interno e con il risotto allo zafferano. Persino con la pizza l’accoppiata può rivelarsi vincente.

La forte personalità delle versioni più evolute temporalmente permette l’accompagnamento con formaggi morbidi e portate d’antipasto, eccetto naturalmente i salumi. 

Dunque la Lugana è sì un vino immediato, da bere giovane, ma al tempo stesso si scopre capace di una certa longevità, da qui la versatilità che la rende un’armonia senza tempo da cogliere in tempo.

(R. Matetich – F.Matetich)

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