Visita con degustazione a La Masera

Giugno, finalmente si torna a vagabondare per cantine ed aziende vinicole, ed allora cosa c’é di meglio che organizzare per un ristretto (si fa per dire) gruppo di amici una bella gita nel Canavese alla scoperta dell’Erbaluce?

Detto, fatto!

La scelta cade su La Masera, una piccola azienda nata qualche anno fa dal sogno di 5 amici, e che decide nel 2005 di cimentarsi in questo mondo ed acquista una cascina con i relativi 5,5 ettari di vigneti dislocati nei comuni di Piverone e Settimo Rottaro. Oggi è un interessante punto di riferimento per chi vuole apprezzare l’Erbaluce di Caluso DOCG in tutte le sue 3 declinazioni, secco, passito e metodo classico.

L’azienda si trova a Piverone, i vigneti sorgono proprio dal lato più interessante (dal punto di vista dei terreni) della morena che crea il favolistico anfiteatro morenico di Ivrea. La Masera, questo il nome della piccola tenuta evoca l’appellativo “mesere” che nel gergo locale identifica i muri di pietra che demarcano gli appezzamenti e ne sostengono i suggestivi terrazzamenti.

Al nostro arrivo ci accolgono con simpatia e l’ospitalità che li contraddistingue, Alessandro e Davide, basta poco per diventare “amici”, una splendida terrazza vista lago ed anfiteatro ed il racconto della loro avventura.

Un gruppo di amici appassionati di vino

All’inizio era solo Erbaluce Passito, come si conviene alla tradizione storica del primo vino prodotto in zona dalle uve di Erbaluce, dopo un paio di vendemmie la versione secca ed infine le bollicine. Ma non solo Erbaluce, segnalo anche il fruttato Rosato Millesimato “Bolle” da azzeccato assemblaggio di barbera, freisa e vespolina. I sapidi e vinosi Canavese Rosato e Canavese Rosso introducono due scalpitanti purosangue a base di barbera e nebbiolo in purezza.

Il territorio

Anfiteatro Morenico e lago di Viverone-Vista da La Masera

Lo spettacolare anfiteatro naturale di Ivrea, sorto dal grande ghiacciaio Balteo a ridosso dei primi contrafforti alpini e anello di congiunzione tra Piemonte e Valle d’Aosta, scolpisce la sobria maestosità del territorio canavesano e degli ambienti paesaggistici che lo caratterizzano. La lunga collina della Serra d’Ivrea chiamata Gruppo della Serra, separa questo territorio dal biellese snodandosi imperiosa per quasi venti chilometri e ruotando intorno al magico lago di Viverone, vanta il primato di più esteso vigneto morenico d’Europa

I suoli formati da sottili depositi glaciali e contraddistinti da un colore bruno giallastro rappresentano l’habitat ideale per l’allevamento dell’Erbaluce. Questa varietà autoctona, forte della pronunciata acidità dei suoi spessi acini ramati, si presta perfettamente sia alla produzione di vini fermi che alla spumantizzazione e all’appassimento. 

Le tre tipologie, fermo, spumante a metodo classico e passito, sono state tra le prime a ottenere il riconoscimento della DOC nel 1967 con il titolo Erbaluce di Caluso, nel 2010 hanno conseguito il prestigioso traguardo della DOCG.

Seppure il nome della denominazione faccia riferimento alla cittadina di Caluso, il terroir ricco di roccia e minerali del crinale di Piverone si conferma il più vocato a sublimare la freschezza e la sapidità del vitigno. 

La degustazione rigorosamente DOCG

Sul prato adiacente un bel vigneto a pergola di Erbaluce, all’ombra di un grande ciliegio Davide ha già predisposto tavolini e sedie, il tintinnio dei calici (al momento vuoti) fa capolino tra il garrire delle rondini ed i piattini con prodotti locali che accompagneranno la degustazione, atterrano silenziosi davanti ai partecipanti. Si aprono le “danze” con i freschi e vibranti Erbaluce Millesimati “Masilé” nelle due versioni brut e pas dosè.

Passiamo alla batteria degli Erbaluce di Caluso, alle versioni ferme. “Anima” dai profumi schietti e semplici, con note boreali e dal piacevole finale ammandorlato, “Anima dAnnata” dal divertente gioco di parole, profumi esotici e gusto minerale ed infine “Macaria” il più complesso e strutturato che sfoderando un nobile effluvio di tiglio, pompelmo, mela renetta e zenzero entusiasma per fragranza e personalità.

Finale con il botto! Primo nato, ma ultimo in ordine di degustazione, per chiudere in bellezza,  l’Erbaluce di Caluso Passito, la prima pietra del progetto e pungolo dell’intera avventura: il “Venanzia”, avvolgente, per nulla stucchevole in virtù della balsamica acidità che lo compenetra, scivola dolcemente sulla lingua tra profumi di miele d’acacia, dattero e pesca sciroppata, lasciando in bocca un retrogusto di nocciola.

Saluti

Si é fatta una “certa”, ed il ristorante ci aspetta. Quattro ore sono volate senza nemmeno rendercene conto, fatti gli onori agli eroi caduti e gli acquisti dei “liquidi souvenir”, salutiamo il nostro simpatico anfitrione Davide con la promessa di tornare presto con un altro gruppo.

Il pranzo

A noi gli amici piace farli stare bene e vivere esperienze fuori dal comune. Quindi per chiudere in bellezza la giornata, si va tutti da Bruno e Valentina titolari e chef della Trattoria San Martin a Settimo Rottaro. Manco a dirlo piatti tipici canavesani innaffiati da Erbaluce di Caluso DOCG e Canavese Rosso DOC.

I piatti parlano da soli, lascio all’immaginazione il resto.😏

Naturalmente aspettiamo tutti alla prossima esperienza.

Roberto M.