In una fredda ma soleggiata mattina di fine Dicembre, quando la natura ancora dorme sonni tranquilli e i filari spogli si susseguono in file ordinate come schieramenti  agli ordini di generale Inverno, siamo andati a visitare la tenuta/cantina Vigna Traverso.

Siamo nei Colli Orientali del Friuli, situata alle porte del comune di Prepotto (Ud), nel mezzo delle linee sinuose e verdeggianti dei Colli Orientali, raggiungiamo Vigna Traverso arrancando lungo una ripida salita di sterrato, ampiamente ripagati della fatica sia dal panorama che si gode dall’altura sia dalla cortesia di chi ci accoglie (il commerciale della cantina Christian Basissi ndr). Tempo di guardarci un po’ attorno e scambiare rapidi convenevoli, che subito veniamo condotti, in macchina, di nuovo giù per la stessa salita, attraversiamo rapidamente il paese di Prepotto, e ad un tratto ci fermiamo.

Ai confini d’Italia

Sulla nostra sinistra la vigna si estende lungo tutto il profilo di una piccola valle chiusa e concava, protetta dai venti e dalle escursioni termiche troppo repentine ed è come sorvegliata dal castello di Albana, che sorge all’inizio della piccola valle, da cui prende il nome l’etichetta “Sottocastello”, perché appunto le uve maturano letteralmente sotto il profilo massiccio e rassicurante del fortilizio.

Sulla nostra destra invece un piccolo boschetto cela il quieto scorrere del torrente Iudrio, che segna il confine con la Slovenia.

La stretta strada asfaltata che abbiamo percorso, unico intervento antropico immediatamente visibile, separa le vigne dal boschetto; è come se la mano umana, che di solito cancella la natura, questa volta si sia limitata a disegnare, con un pennello sottile, la linea grigia del suo passaggio.

Lasciata quest’area, ritorniamo alla sede della cantina Traverso, ancora su per quella salita che ci è ormai familiare. L’edificio in questione è una costruzione moderna, letteralmente incassata nella collina, a mezza costa; un ingresso a vetrate si affaccia su una grande stanza in cui troneggia un lungo tavolo in legno scuro e massiccio. Qualche corridoio più avanti si trova il vero e proprio sancta sanctorum: lunghe file di botti in acciaio sono il giaciglio dei prodotti delle colline circostanti, ognuna con il suo preciso cartellino informativo.

L’enologo, Stefano Traverso, calice alla mano, ci guida sia fisicamente che intellettualmente in mezzo a quel dedalo di colori, profumi e sapori che per lui è invece una strada spianata, di cui conosce ogni centimetro, spiegandoci con precisione i procedimenti di vinificazione e la composizione di ogni singolo prodotto degustato.

Ma la visita non è ancora finita. A sorpresa, ad attenderci fuori dalla struttura, c’è una Jeep scoperta.

Traverso si mette alla guida e, come avrebbe fatto un buon feudatario con i suoi ospiti, ci porta alla scoperta dei suoi possedimenti; tra le ripide colline che sovrastano la cantina, attraverso ai filari più antichi della Vigna, così che possiamo collegare ciò che abbiamo bevuto al suo primigenio luogo di provenienza, a testimonianza di un’attenzione al prodotto in tutti i suoi aspetti.

Prima di arrivare in cima al pendio ci fermiamo un attimo, ci viene mostrata una roccia nuda. Essa è il segreto che sta alle radici tanto dello Schioppettino quanto di altre eccellenze del territorio dei colli Orientali: il terreno è infatti composto di strati di marne ed arenarie alternate; un terreno straordinariamente adatto alla viticoltura. Ormai è pomeriggio inoltrato, un sole timido, filtrato da una sottile foschia, illumina il versante della collina sulla cui cima ci troviamo e, al pari di essa, tutte le altre.

I colli Orientali sembrano tanti mucchietti ravvicinati scavati da una talpa dispettosa, tutti più o meno della stessa altezza ma nessuno alto come il vicino, tutti all’apparenza simili, ma ognuno con le sue caratteristiche ed il suo bagaglio di storie di vini. Un territorio quasi austero ed inaspettatamente dolce allo stesso tempo.

Un territorio dove solo chi, come Vigna Traverso, mette e passione e dedizione nel proprio lavoro, può apprezzare e far apprezzare appieno.

(Fabrizio Matetich)

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